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Il concerto del rapper bielorusso espatriato si è rivelato un disastro sia per organizzatori, sia per gli sponsor, sia per le autorità polacche e ucraine. Gli ucraini hanno dovuto presentare le scuse, sia al livello personale sia a quello ufficiale. Donald Tusk ha accusato dell’accaduto, senza fornire un briciolo di prova, “idioti locali” e “agenti stranieri”, difatti sostenendo la tesi di Vladimir Putin sugli “agenti stranieri” inquadrati come tali nel quadro legislativo russo. L’ambasciatore ucraino in Polonia, in barba alla Costituzione dell'Ucraina che garantisce il libero sviluppo, l'uso e la tutela della lingua russa, nonché delle altre lingue delle minoranze nazionali, ha dichiarato che i cittadini ucraini non devono frequentare gli eventi, soprattutto all’estero, la cui lingua è il russo. Intanto a Roma si prevede un autunno caldo: il 18 settembre è in programma il concerto di una band d’opposizione bielorussa BI-2, e il 30 novembre è in agenda il concerto del gruppo nazionalista ucraino Okean Elzy. A chi di dovere lo sanno e, grazie a questo nostro servizio, possono prevedere le conseguenze. Staremo a vedere.