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In occasione dei vent’anni dall’uscita del primo Twilight (!), questa puntata speciale di Sul Genere – Sui Generis propone un viaggio tra religione, potere e cultura pop, per capire cosa rende ancora oggi la saga di Stephenie Meyer un fenomeno così divisivo e affascinante.

A partire da una domanda chiave — Twilight è un’allegoria mormone o il riflesso dei valori della sua autrice? — esploro il modo in cui i temi della purezza, della disciplina, dell’amore eterno e del controllo rivelano l’impronta del mormonismo nella scrittura di Meyer.

Dalle coppie eterne alla castità, dal concetto di famiglia come sigillo divino fino alla visione della ricchezza come ricompensa terrena, Twilight diventa un caso di studio perfetto per comprendere come le credenze religiose e culturali plasmino l’immaginario collettivo.

Ma questa è anche una riflessione più ampia: un esempio concreto di decostruzione e di applicazione pratica della lente sociologica informata dagli studi di genere.

Rileggere Twilight oggi significa guardare dentro una capsula del tempo che ci mostra chi eravamo — adolescenti cresciuti in una cultura che romanticizzava il controllo e la dipendenza — e come, nel frattempo, la società sia cambiata.

Perché se nei primi anni Duemila non parlavamo ancora di giustizia decoloniale, equità di genere o dinamiche di potere affettivo, oggi lo facciamo.

E forse proprio per questo Twilight, rivisto vent’anni dopo, continua a parlarci — non più solo di vampiri, ma di noi: di chi eravamo, e di chi siamo diventatə.

P.S. Vi chiedo un po’ di pazienza per qualche strafalcione, soprattutto negli accordi di genere o di numero: sono italiana ma vivo all’estero da tantissimi anni. Faccio sempre del mio meglio, ma ogni tanto qualcosa mi scappa… come la mia r moscia, ahah.