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Benvenuti all'episodio di oggi, dedicato a Brionvega, un nome che ha scolpito il design italiano nel cuore del Dopoguerra. Fondata nel 1945 a Milano dalla famiglia Brion, l'azienda iniziò la sua avventura producendo radio.

Ma la vera svolta arrivò nel 1952 con l'introduzione dei primi televisori di produzione totalmente italiana, segnando l'alba del servizio televisivo pubblico nel paese. Brionvega non era solo tecnologia; era avanguardia estetica. La sua visione privilegiava forme neomoderne e colori primari, rendendo i suoi prodotti meno austeri rispetto ai concorrenti tedeschi e danesi e conquistando così il mercato dei più giovani.

Ascolta come pionieri del design come Marco Zanuso e Richard Sapper diedero vita a icone portatili. Tra le loro creazioni spiccano il Doney 14, il primo televisore italiano a transistor nel 1962, e la radio TS 502 del 1964 con la sua iconica cassa incernierata in ABS. Non dimentichiamo il televisore Algol 11 con schermo angolare e il futuristico Black ST 201 del 1969, tutti esempi della loro geniale collaborazione.

Il talento non si fermava qui. Achille e Pier Giacomo Castiglioni innovarono con un ricevitore di filodiffusione e il celebre radio-giradischi RR 126 del 1965. Anche Mario Bellini lasciò il segno con l'hi-fi Totem del 1971, integrando gli altoparlanti in un unico pezzo d'arte. Franca Helg (1920) e Franco Albini (1905-77) contribuirono anch'essi alla ricca eredità di design.

Brionvega, pur impiegando i canoni del modernismo alla pari di giganti come Braun e Bang & Olufsen, si distinse per uno stile più allineato alle tendenze dell'arte contemporanea. Purtroppo, nonostante l'innovazione e il successo nel design, l'azienda faticò a competere con le importazioni giapponesi e cessò le operazioni verso la metà degli anni '70.

Un viaggio nella storia di un'azienda che ha dimostrato come tecnologia e bellezza possano fondersi, lasciando un'impronta indelebile nel panorama del design mondiale. Non perdere questo approfondimento su un vero gioiello del Made in Italy.