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In questo episodio di "Storie di Coaching", Gabriele Colombo ti porta nel percorso di Mattia, un giovane e talentuoso ciclista con cui lavora da tre anni, determinato a fare del ciclismo la sua professione.

Ma come molti atleti, soprattutto giovani, Mattia si trovava costantemente sotto la lente del giudizio esterno, in particolare quello di suo padre, che è anche il suo direttore sportivo.

Questo lo faceva sentire "sotto esame" e condizionava la sua performance.

Per Mattia, i tentativi di rilassamento non avevano funzionato. La svolta è arrivata con un radicale cambio di prospettiva: invece di cercare la tranquillità, la soluzione è stata imparare ad "aggredire" la gara, non il giudizio altrui.

Scoprirai come Mattia ha imparato a:

Togliersi gli "occhiali degli altri" che gli mostravano solo errori e mancanze, per indossare i suoi e guardare la performance dal proprio punto di vista.

Trasformare il nervosismo o l'agitazione in una forza propulsiva per attaccare e andare più forte, bypassando il giudizio esterno.

Creare spazio per le proprie esperienze e riempire il proprio "bagaglio" con i propri obiettivi e desideri, permettendo al cervello di creare la migliore versione di sé stesso.

Questo racconto mette in luce l'importanza cruciale di riconoscere da quale angolazione stai valutando la tua prestazione e come liberarsi dalle aspettative e dai filtri altrui sia fondamentale per esprimere il tuo vero potenziale in gara e in allenamento.

Sono Gabriele Colombo, il tuo mental sportivo. Per approfondire questi temi e accedere a risorse aggiuntive, visita il mio sito:

gabrielecolombo.coach.

Presto sarà disponibile anche l'app Mentalità, con una serie di esercizi pratici per lavorare sulla tua mentalità