Era il 2016. Dal giorno dopo che i cittadini hanno scelto di darci la loro fiducia abbiamo iniziato a lavorare su situazioni – vere e proprie emergenze sociali – che a Torino erano state abbandonate a se stesse da troppo tempo.
Tra queste c’era l’ex-MOI che, come sapete, dopo oltre 5 anni è stato liberato con un modello completamente nuovo. Il cosiddetto Modello Torino, dove la collaborazione tra Istituzioni, realtà del territorio e del Terzo Settore, ha portato a superare una situazione di estremo disagio coniugando solidarietà e rispetto delle regole.
Il 30 luglio 2019 è stata così messa la parola fine alla più grande occupazione d’Europa che andava avanti dal 2013.
Tutela dei diritti, rispetto dei doveri. Due semplici regole alla base di questo modello.
Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto.
Ora, sulla stessa falsariga, è il momento di andare avanti e di far fronte a un altro fenomeno che, troppo spesso, si è rilevato emergenza sociale. Mi riferisco al delicato tema dei campi Rom.
In questi anni, come sapete, sono già stati superati i campi di via Reiss Romoli, di corso Tazzoli e di corso Vercelli. Recentemente sono stati anche superati l’assembramento di corso Cosenza e quello davanti allo SNOS di corso Mortara.
Inoltre sono state abbattute baracche vuote nell’area abusiva di via Germagnano, riducendola del 30%.
Dal punto di vista dei roghi dei campi, invece, abbiamo visto una diminuzione drastica dei roghi tossici, che sono calati dell’80%.
Tutto questo è dovuto a una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni: Prefettura, Questura, Amministrazione comunale.
Come si dice in questi casi “la musica è cambiata” e si assiste a un abbandono spontaneo della Città da parte di persone che vivono nei campi e non sono interessate a intraprendere percorsi di inclusione.
Se infatti i Servizi Sociali della Città sono pienamente a disposizione per chi vuole inserirsi in percorsi di integrazione – a cominciare dalla scolarizzazione dei bambini – quella stessa Città non può dare spazio a chi non è disposto ad adeguarsi alle regole della Comunità .
Tutto questo si colloca nell’ambito del Progetto Speciale Campi Rom, di cui vi avevamo parlato ormai più di due anni fa.
Ma andiamo oltre e giungiamo a quello che (per il momento) è l’ultimo atto della vicenda.
Entro la fine di quest’anno, in linea con quanto avevamo detto, anche il campo autorizzato di via Germagnano verrà superato.
Per farlo ci faremo forza di quello stesso Modello Torino di cui vi ho parlato sopra e su cui lavoriamo dal 2016.