Introduzione alle letture bibliche
Letture bibliche: Salmo 138; Isaia 6:1-13; 1 Corinzi 15:1-11; Luca 5:1-11
Avete mai guardato con invidia qualcuno molto più capace di voi e vi siete sentiti inadeguati, limitati, “non all’altezza”, incapaci? Non sto parlando dell’invidia per il successo mondano di qualcuno, che è cosa futile, ma dell’ammirazione per una persona di alte qualità morali e spirituali, di fronte alla quale voi avete sentito tutta la vostra miseria, difetti e fallimenti. Si tratta di quanto aveva un giorno espresso l’apostolo Pietro di fronte al Signore Gesù, come risulta dalla nostra quarta lettura. Aveva esclamato: «Allontanati da me, Signore, perché io sono un peccatore» (Luca 5:8). Una simile esperienza l’aveva avuta il profeta Isaia quando un giorno si era trovato di fronte alla stupefacente santità e gloria di Dio. Lo vediamo nella nostra seconda lettura. Aveva esclamato: «È finita! Sono perduto. È finita perché sono un peccatore e ho visto con i miei occhi il re, il Signore dell’universo! Ogni parola che esce dalla mia bocca e da quella del mio popolo è solo peccato» (Isaia 6:5). Erano stati i sentimenti dell’apostolo Paolo (nella nostra terza lettura), che pure il Cristo risorto aveva chiamato. Egli si era sentito: “come un aborto”. Infatti, diceva: “io sono l’ultimo degli apostoli; non sono neanche degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio” (1 Corinzi 15:8-9). “Tuttavia,” soggiunge, “per grazia di Dio, io sono quello che sono”. La stupefacente grazia di Dio, infatti, sceglie di prendere persone inadeguate come Pietro, Paolo, e Isaia, le trasforma e ne fa Suoi validi strumenti. Come dice il Salmo 138 (la nostra prima lettura): “Sì, eccelso è l’Eterno, eppure ha riguardo agli umili”. Considerare i nostri limiti, così, non porta alla depressione, ma a guardare a Colui che può trasformarci e dotarci, alla Sua gloria.
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