Fiaba tratta da FIABE ITALIANE di Italo Calvino.
Narrata da Maurizio Mosetti
Un Re aveva perso un anello prezioso e promise una ricompensa a chi lo avrebbe ritrovato. Un contadino povero e analfabeta, chiamato Gàmbara, decise di fingere di essere un astrologo per tentare la fortuna. Il Re lo rinchiuse in una stanza con un libro di astrologia, carta e penna. Gàmbara iniziò a fare segni incomprensibili, e i servi del palazzo, che avevano rubato l'anello, iniziarono a temere di essere scoperti. Un giorno, Gàmbara si nascose sotto il letto e, quando i servi entrarono, contò "Uno", "Due", "Tre", facendoli spaventare. I servi, convinti di essere scoperti, confessarono il furto e offrirono una borsa d'oro a Gàmbara in cambio del suo silenzio. Gàmbara suggerì loro di far inghiottire l'anello a un tacchino. Il giorno dopo, Gàmbara disse al Re che l'anello era nel tacchino, che fu quindi sventrato e l'anello ritrovato. Il Re, impressionato, ricompensò Gàmbara con ricchezze e organizzò un pranzo in suo onore. Durante il pranzo, il Re chiese a Gàmbara di identificare dei gamberi, mai visti prima in quel regno. Gàmbara, senza saper cosa fossero, mormorò il proprio nome, "Gàmbara", e il Re, credendo fosse la risposta giusta, lo proclamò il più grande astrologo del mondo.
(Mantova)
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