Fiaba della provincia di Agrigento tratta da FIABE ITALIANE di Italo Calvino
Narrata da Maurizio Mosetti
Un giovane contadino emigrato si mise a servizio di un prete. Un giorno trovò un grosso fungo e il prete gli chiese di scavare nel punto in cui l'aveva trovato, dove scoprì due vipere. La serva del prete, per errore, frigge le vipere invece delle anguille e le serve al contadino, che acquisisce la capacità di capire il linguaggio degli animali. Quando il prete tenta di scoprire se il contadino ha ottenuto questa abilità, il contadino nega per evitare di morire, come avvertito dalla gatta. Successivamente, il contadino aiuta un pastore a proteggere il gregge dai lupi ascoltando i loro discorsi con i cani e riceve in ricompensa una giumenta e una mula. Tornato a casa, la moglie, incuriosita dal perché lui rida ascoltando gli animali, insiste per sapere il motivo. Il contadino, ricordando il consiglio del gallo, decide di darle una lezione con la cinghia per insegnarle a non essere troppo curiosa. Da quel momento, la moglie smette di fare domande.
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