Questa è la storia
D’un amore fatato
Nato tra due esseri incantati
Che d’amor son sbocciati, puri fior’.
Invoco Afrodite, dea d’essenza
Naturale spinta universale,
Archetipo frutto dell’amore divino.
La amo, e la ringrazio
Pregando che questo apologo
Possa racchiuder qualche goccia
Del suo succo sacro.
In una terra amorfa, lievemente spenta,
Circondata dall’oscuro
Una Fatina leggiadra, svolazzava
In cerca del suo fiore.
Tra i passanti, guardava i cuori;
Ne pesava l’Essenza
Ed il quantume d’Amore,
Unica cura, per quell’assenza di senso;
Malattia dei Morti
Che prosciugavano la vita.
Per vie trasverse, conobbe un Fauno.
Ardeva di splendore, e giustizia,
Ma anch’esso fiutava una cura.
Combatteva ogni dì,
Contro le guardie del Male;
Demoni, con catene pesanti
Che bloccavano il suo ardore, offuscandolo.
La Fata, incantata da tanto calore,
Non potè far a meno di restargli accanto;
Il suo Fiore, riusciva a vederlo,
Piccolo germoglio all’interno del Fauno.
I due s’ascoltarono sempre a vicenda,
L’uno prese in cura l’altra.
Passò un Eone, e gli sforzi furono ripagati,
Le catene dal Fauno spezzate,
Con l’aiuto di Speranza della Fata.
Sfiorandosi, raccolsero i fiori d’ognuno.
Un fascio di luce rossa li contornò legandoli,
E intorno a loro, l’oscuro si retrasse.
Si narra che vivano lontano,
Tra le mura d’una roccia calda,
Circondata d’un giardino di fiori colorati,
Frutti, d’ogni giorno del loro Amore.