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Titti, Ivana, Antonella e Serena abitano in un grande condominio del Libertà nei pressi dell’ex-Manifattura Tabacchi e qui hanno iniziato una bella storia di amicizia e solidarietà. Titti qui ha trovato una dimensione simile a quella del paese della Calabria dove è cresciuta; Ivana ci viveva da bambina e dopo tanto tempo è tornata qui, acquistando esattamente lo stesso appartamento dove da piccola abitava con i suoi in affitto, ritrovandolo incredibilmente intatto dopo venticinque anni; Antonella lo scelse anche perché è un complesso con un giardino centrale che favorisce l’incontro e lo stare insieme; Serena è già nota al nostro pubblico per la puntata 119, in cui è stata intervistata insieme al marito Leo. La conversazione si incentra sul loro essere una piccola comunità (90 famiglie), sul loro reciproco aiutarsi e condividere. Titti lavora nella pubblica amministrazione da 25 anni e dunque, “non essendo il lavoro che diverte o che aiuta a diversificare tanto”, apprezza ancora di più quel tempo che passa con le sue amiche, il loro sostegno, la comprensione e l’incoraggiamento che non lesinano mai. Ritiene che ci vorrebbero in città più luoghi d’incontro, più giardini, che diano la possibilità a cittadine e cittadini di confrontarsi ed esprimere più compiutamente le proprie aspirazioni, come ad esempio il suo sogno nel cassetto: disegnare abiti. Definisce il Libertà come un quartiere difficile, ma nel quale si può trovare ancora il rispetto gli uni per gli altri, e per il quale intravede un futuro migliore. Anche Ivana condivide questo ottimismo, in particolare le piace parlare con la gente, anche persone sconosciute, e trova positivo lo scambio che riesce ad avere quotidianamente nel quartiere, evidentemente anche perché è una scrittrice e l’ambiente in cui è immersa la incuriosisce e la ispira. Inoltre, ha di recente depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare sull’educazione sentimentale nelle scuole, che ha scritto insieme alle sue amiche, all’indomani dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Anche Antonella scrive, oltre ad essere una insegnante di inglese, ed è appassionata di storia contemporanea e di politica. Sottolinea come pregio della loro piccola comunità il fatto che sia composta da tante personalità, interessi, potenzialità e talenti i più diversi. Serena sente l’esigenza che ci siano più luoghi dello stare insieme come il Bistrot Multietnico di Ana Estrela, che è in cerca di una nuova sede, per incontrare anche persone provenienti da altri paesi, e Antonella cita la Biblioteca di quartiere presso l’istituto salesiano, per poter condividere dei temi, delle riflessioni, delle iniziative culturali.