Il soprannome gli fu dato per il suo negozio di merceria, che tuttora è in attività, gestito da suo figlio a Bari Vecchia. Vitino ha vissuto da bambino un’esperienza terribile, che lo ha segnato e che resta al centro dei suoi racconti di vita: il 2 dicembre 1943, tra le 19,30 e le 20,00 un bombardamento causò la morte di suo zio, sua madre, suo fratello e una sua sorella, nella loro casa del borgo antico. Si trasferì in seguito al Libertà, anche se per la cattiva fama in particolare di via Bovio sua moglie era contraria, ma Vitino credette nella possibilità di viverci bene. La nostra conversazione avviene nel punto di ritrovo dei suoi amici, il negozio di giornalini e libri di Giovanni, e quest’ultimo, Annibale e Mario sono disposti a partecipare alla chiacchierata, fra riflessioni dettate dalla loro lunga esperienza e gli abituali sfottò che tra loro non mancano mai.