Essendo cresciuta nel quartiere Murat, Barbara ricorda che il Libertà le era stato dipinto come un quartiere da cui tenersi alla larga. Ora ci vive da 4 anni e non ha mai sperimentato problemi di sicurezza, anzi, c’è una grande socialità ma senza l’invadenza, perché afferma che qui funziona più il “lasciar vivere”. Si definisce col termine “teatrante”, più che col canonico “attrice”, poiché al teatro si sente devota, essendo stata inoltre tra le fondatrici della compagnia Teatro Osservatorio. È dispiaciuta della poca attenzione al nuovo che c’è a Bari, della scarsa cura delle istituzioni per le piccole produzioni artistiche, tanto che un certo punto, ha capito che il teatro non poteva essere il suo lavoro, così oggi preferisce farlo solo per e con passione. Tra le realtà di impegno per la collettività presenti nel quartiere, individua il Bistrot Sociale di Ana Estrela come un polo culturale molto importante per il territorio. Lamenta invece come elementi ancora conflittuali il maschilismo dominante, la difficoltà di districarsi nel traffico e nel parcheggio delle auto e la difficoltà di alcune famiglie nel seguire i propri figli, a volte abbandonati a se stessi. Augura infine al Libertà una maggiore crescita culturale, soprattutto per i ragazzi, affinché possano crescere nell’Amore e nella Bellezza.