La nostra poetessa ha pubblicato tre raccolte di versi e nell’ultimo, “Le Sckattarule”, vi sono anche dei suoi racconti in vernacolo, come quello cui lei stessa fa qui riferimento, dedicato a Tommaso, il sarto di via Dante, protagonista della nostra intervista n. 36. È stata sposata con Matteo Fabris, presidente della sezione pugliese della società filosofica italiana, scomparso nel 2010. Ha quattro figli, tra cui Dinko Fabris, uno dei musicologi più conosciuti a livello internazionale. È stata insegnante di lettere nella scuola media per quaranta anni e oggi lamenta la trasformazione della scuola in fabbrica, a discapito della libertà di insegnamento. Dal 1971 abita nel quartiere Libertà e ricorda nei primi tempi soprattutto il grande teatro del Redentore, in cui ha diretto alcuni spettacoli e dove hanno cominciato, tra gli altri, anche Gennaro Nunziante e Umberto Sardella. Allieva del grande Alfredo Giovine, con lui diresse alcune ricerche sul quartiere, svolte con i suoi scolari. Nell’ultima parte dell’intervista ci regala anche qualche delizioso verso di una sua poesia, riferendosi a quell’afflato di comunità che oggi si è perso perfino nelle piccole realtà dei condomini. Ama la sua via Brigata Bari, che le dà come “un senso di infinito”, perché guardando a destra si riesce a scorgere anche Poggiofranco e a sinistra il mare.