L'apostolo Paolo inizia in maniera elaborata la sua lettera, perché i suoi destinatari non lo conoscono e quindi si presenta con la base di fede comune con i suoi destinatari. Inizia dicendosi servo di Dio, ma potrebbe essere anche tradotto con schiavo, che allora come adesso dà un po' fastidio. La buona notizia, l’evangelo è relativa alla persona concreta di Gesù Cristo. Non è bontà generica. Annunciata dai profeti, la sua venuta sulla terra è fondamentale. A) per passare da Figlio suo attraverso la sofferenza umana a Figlio di Dio con potenza, che ci salva realmente B) Perché nella umanità egli conosce l’umana condizione C) Perché persona concreta che ci fa conoscere Dio Padre. Apostolo=Inviato. Già termine tecnico, ma tutti sono inviati. I credenti sono santi perché separati, messi a parte dal mondo per ubbidire al Signore (ecco il re, il servo e la relazione fra ubbidienza e fede). Dunque, si è chiamati a seguire Gesù Cristo a praticare la giustizia, l’amore del prossimo, la dignità umana… Ma anche annunciare l’evangelo che è vero aiuto del prossimo nella distretta. Infatti, l’evangelo dona grazia e pace. Affidandoci al nostro personale e concreto Salvatore Gesù Cristo, egli nella nostra vita tribolata e a volte così difficile o che non conclude niente, porta grazia (la potenza di Dio per la nostra vita) e pace (pace che toglie il timore del vivere e rende possibile cambiare le cose in questo mondo). Che la grazia e la pace siano con tutti noi.