Il welfare della mafia
Ci stiamo avvicinando alla crisi economica. Precisa come un orologio, segue la crisi sanitaria causata dal Covid-19.
Le saracinesche si abbassano e le promesse fatte dal governo tardano ad avverarsi.Per alcuni settori, come i bar e la ristorazione in genere, superare l'inverno sarà un'impresa non da poco. E se guardiamo a cosa sta succedendo e ai ritardi per pagare i soldi della Cassa integrazione c'è da tremare. I cittadini stanno infatti manifestando in tutta Italia la preoccupazione di non riaprire più.
Per questo l'enorme liquidità della Mafia diventa un fattore di rischio molto importante per il settore economico siciliano. Questi soldi saranno usati da un lato per comprare consenso sociale (perché se aiuto te e i tuoi genitori durante la pandemia difficilmente tu domani mi denuncerai) dall'altro per infiltrarsi nel mondo dell'economia legale.
Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, si è espresso in maniera molto chiara e netta contro quello che si sta configurando come una sorta di welfare della mafia: "per le imprese si nota una difficoltà, che se non viene sostenuta dai finanziamenti dallo Stato, potrà consentire alla mafie di utilizzare le loro liquidità. Uno dei problemi delle mafie è proprio questo collocare liquidità''.
Qual è la risposta dello Stato per far stare in piedi il sistema? Qual è la risposta che la politica, soprattutto dell'area progressista, sta preparando?