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Diana è una escort che, inseguita da un misterioso maniaco a bordo di un furgone bianco, ha un incidente che la condanna alla cecità. Ma l'assassino sa che è ancora viva e deciderà di finire ciò che ha iniziato. Ad aiutare la ragazza soltanto un bambino cinese rimasto orfano nell'incidente che ha coinvolto la protagonista e l'amica Rita, volontaria di un'associazione che si occupa di seguire le persone cieche.


Dario Argento, semplicemente non esiste più. Questo, chiamiamolo film nell'estensione più ampia del termine, è la pietra tombale definitiva della sua carriere. Tutto sbagliato, dall'inizio alla fine: recitazione inesistente, nessuna tensione, omicidi mal messi in scena, musica assolutamente impalpabile, dialoghi ridicoli e buchi di trama grandi quanto una galassia.


Una pellicola vergogonosa (a partire dalla locandina, copiata paro paro da Essi Vivono di Carpenter) che, non mi vergogno a dire, non vale assolutamente neanche una visione e lo spettatore fatica a rimanere sveglio fino alla fine, mentre un'ora e venticinque di durata paiono eterne.


Da dimenticare senza tentennamenti e senza alcun rimorso. Non esiste nulla di più lontano dal cinema di genere italiano e da ciò che era un tempo un cineasta ricco di talento, idee e sperimentazione. Tutto finito.