Appena uscito di galera per un crimine che ha commesso l'aspirante boss del quartiere Claudio, Fabio riprende la sua attività di toelettatore per cani, ma il piccolo e violento criminale continua a vessarlo, fino a quando il mite amante degli amici a quattro zampe, da vittima si trasformerà in spietato e sanguinario carnefice.
Già portata sullo schermo dal più famoso Dogman, di Matteo Garrone, la storia vera del Canaro rivive in questo lungometraggio del maestro del makeup Stivaletti merita una maggiore considerazione.
Ci si trova davanti ad una Roma dei bassifondi, dove i buoni non hanno spazio e dove importa solamente il codice d'onore della criminalità da strada. Tra attori che se la cavano benissimo ed una splendida sequenza (quasi surreale) di un funerale, il finale è votato all'eccesso ed al sangue, sicuramente non adatto agli impressionabili.
Un'opera cinematografica indipendente che va recuperata e apprezzata per come racconta una storia scomoda e cruda, ma anche per alcuni momenti di grande poesia visiva e narrativa, accompagnati da una colonna sonora memorabile.