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Finalmente ci conosciamo di persona.

Sono proprio io, Giambattista Fardella! 

Come vi ho già raccontato amavo l’arte e la cultura ma non desideravo tenere solo per me la bellezza che andavo conoscendo nei libri o nelle opere degli artisti, perciò ho donato il mio patrimonio alla Biblioteca Fardelliana. Ma non basta: ho promosso in città la nascita di un Liceo, di una scuola di Nautica, di un Istituto per l’istruzione delle fanciulle, ho voluto la costruzione del Lazzaretto per la cura degli infermi di colera e malattie contagiose. E, ahimè, anch’io sono rimasto vittima del colera che aveva colpito Napoli nel 1836. Ai miei tempi la medicina non aveva ancora gli strumenti per debellare questa terribile malattia, purtroppo. E dopo aver fatto tanto bene alla mia città, il mio corpo venne sepolto tra le tante vittime del morbo nel cimitero dei colerici, senza una tomba che mi ricordasse.

Ma in fondo il modo migliore per ricordarmi è entrare in questo luogo, immergervi anche voi nel profumo delle pagine dei libri, respirare il sapere. Guardate in alto: “In libris Humanitas”, ecco la mia eredità che non morirà mai.

Sono nato a Trapani il 29 luglio 1762 da Vincenzo Fardella Bluvier, marchese di Torrearsa e da Teodora Fardella Tipa. Già ad 8 anni mio padre mi inviò a Napoli per intraprendere la carriera militare e a 18 anni divenni tenente di cavalleria. Ho partecipato a numerose battaglie contro le truppe napoleoniche guadagnando sul campo il grado di colonnello di cavalleria. Dopo aver sedato a Messina nel 1830 i moti carbonari, sono stato nominato Ministro e Segretario di Stato borbonico della Guerra e della Marina.

Ho sempre portato nel cuore la mia Trapani, definita città fidelissima e invictissima, titolo acquisito per la resistenza opposta ai nemici dei sovrani spagnoli e borbonici. Questo busto marmoreo, a mia imperitura memoria, è stato inaugurato il 17 dicembre 1831.

OPEN FARDELLIANA⁠⁠⁠⁠

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