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In questa lezione riprendiamo Machiavelli, figura tra le più discusse e, forse, tra le più fraintese della nostra tradizione. Lo seguiamo nel cuore di un’Italia in guerra, tra la fragile Repubblica Fiorentina e l’eredità controversa di Savonarola, quel frate che prometteva rigore e purezza in un tempo di corruzione e paura.

Vedremo come l’astuzia del principe, evocata nel mito del centauro, nasca da un contesto in cui le promesse — politiche, religiose, morali — si scontrano con la realtà mutevole degli uomini e del potere. La Firenze dei “piagnoni” si fa così specchio di tensioni ancora attuali: l’illusione di un ritorno a un ordine originario, la tentazione di affidarsi a figure carismatiche, la difficoltà di tenere insieme virtù e necessità.

Machiavelli ci parla ancora, ci interroga sulle maschere del potere, sul prezzo dell’utopia, sulla lucidità come forma di sopravvivenza.
Perché, in fondo, dietro ogni promessa si cela sempre una domanda: a chi conviene mantenerla?

Ascoltate, riflettete. La letteratura, ancora una volta, ci offre uno specchio — a volte impietoso — su ciò che siamo.