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In questa lezione proviamo a dare una periodizzazione del fascismo. Si parte con la preistoria, Mussolini che rompe con l'"Avanti!", organo ufficiale del partito socialista, e fonda un nuovo giornale, "Il Popolo d'Italia", per sostenere le ragioni dell'interventismo, anche da un prospettiva di estrema sinistra. Si passa al dopoguerra, con la fondazione dei Fasci di combattimento nel marzo del 1919. Ma già pochi mesi dopo comincia un fascismo completamente diverso, il cosiddetto "fascismo agrario", che imperversa in Romagna, in Puglia e nelle aree industrializzate del paese contro contadini ed operai. Nel 1921 è la volta del Partito nazionale fascista, con cui Mussolini cerca di dare una ripulita alla propria immagine, proiettandosi in una dimensione nazionale. C'è poi la marcia su Roma, nell'ottobre del 1922, e con essa comincia il biennio moderato, con Mussolini presidente del Consiglio a capo di un governo di coalizione, insieme a liberali e cattolici. A seguito dell'assassinio di Giacomo Matteotti, si entra nella fase della vera e propria dittatura, dal 1925 al 1943, quando il fascismo cade. Ma chi è, in effetti, a provocarne la caduta? Un organo che ne ha accompagnato l'ascesa e la fase di governo durata vent'anni, per poi metterlo alle corde e sfiduciarlo: si tratta del Gran Consiglio del Fascismo. Su di esso ci soffermeremo nelle prossime puntate.