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Inizia con questo episodio una serie che vorrei dedicare ad approfondire i fatti e il significato di una data fondamentale della storia d'Italia: il 25 luglio 1943.

Se il 25 luglio 1943 è oggettivamente la data più ragionevole da indicare quando si parla di morte del fascismo, rimane da chiedersi chi si sia assunto la responsabilità politica e morale, agli occhi degli italiani del tempo e al cospetto della storia, di affossare un’esperienza iniziata tanto tempo prima con l’aspirazione di provocare una rivoluzione che avrebbe fatto transitare l’Italia in una fase nuova e gloriosa, e che invece si era limitato a cancellato diritti civili e politici, trascinando il Paese in una guerra più terribile di quella Grande appena combattuta, e tra l’altro in condizioni di assoluta impreparazione sotto tutti i punti di vista.

Per rispondere a questa domanda dobbiamo introdurre la conoscenza di un organismo che era stato inventato da Mussolini e che il fascismo stesso aveva istituzionalizzato alla fine del 1928, integrandolo all’interno della struttura dello stato monarchico facendo di esso un supremo organo istituzionale. Si tratta del Gran Consiglio del fascismo.

In copertina: Hitler e Mussolini a Villa Gaggia presso Feltre il 19 luglio 1943