In questa lezione, a ultimatum scaduto, osserviamo lo scoppio della guerra austro-serba, seguendo con il fiato sospeso le mosse dei Paesi che sono legati ai due stati belligeranti, in particolare la Russia, protettrice dei popoli slavi di religione cristiana ortodossa, e la Germania, solidale con i fratelli tedeschi sudditi degli Asburgo. E' una guerra di nervi, in cui una semplice mossa avventata potrebbe scatenare un effetto domino, capace di trascinare tutto il mondo in un terribile conflitto di intensità proporzionale alla potenza tecnologica disponibile. La Russia ammassa truppe ai confini austriaci, ma non dichiara guerra; la Germania, ossessionata dall'incubo dell'accerchiamento, rompe per prima gli indugi e attua il piano Schlieffen: invasione della Francia passando per il neutrale Belgio e schema del blitzkrieg, la guerra lampo, con caduta di Parigi in poche settimane. Il piano prevede poi il rapido dislocamento delle truppe tedesche sul confine russo. Ma la guerra lampo svanisce sulle sponde della Marna e inizia una lunghissima guerra di trincea e di logoramento, in cui contano il morale delle nazioni, l'apparato industriale e le linee di rifornimento che passano attraverso mari e oceani. In guerra entrano anche Turchia e Bulgaria, mentre l'Italia rimane neutrale. Nel tentativo di sbloccare la situazione, i tedeschi producono un nuovo ordigno bellico, l'u-boot, il sommergibile, destinato ad affondare i convogli che riforniscono le truppe anglo-francesi; i britannici, con Winston Churchill, suggeriscono uno sbarco in forze a Gallipoli per prendere il controllo degli stretti e garantire le comunicazioni con la Russia, ma l'operazione fallisce mentre le potenze europee continuano a dissanguarsi per vincere una guerra che appare ormai tutti come 'totale'.