In questa lezione passiamo in rassegna i fatti che infiammarono l'Italia nel contesto della più ampia 'Primavera dei popoli', secondo la nota formula che incornicia i movimenti di ribellione popolare a carattere democratico e tendenti all'affermazione dell'unità e dell'indipendenza in quei luoghi in cui singole nazionalità rivendicano la propria autonomia rispetto all'oppressione di un dominio straniero. Il 1848 si apre in Italia con ferventi attese per un pontificato, quello di Pio IX, che sembra realizzare l'ipotesi neoguelfa, ma che dopo l'illusione iniziale si rivelerà antiliberale e reazionario quanti altri mai. Lo scoppio delle insurrezioni di Milano e di Napoli è conseguenza delle insurrezioni di Parigi e Vienna. Dopo le barricate popolari, sono il governo piemontese, il re e l'esercito regio a prendere in mano la situazione, non senza ambiguità e contraddizioni. A una fase entusiastica e patriottica subentra ben presto una fase di ripiegamento e di tradimento dei sentimenti nazionali, e l'esito del '48 europeo spinge il popolo a radicalizzare le proprie rivendicazioni. Nascono così le esperienze dei governi repubblicani di Roma e di Firenze, ma la repressione incombe ovunque sull'Italia a distanza di pochi mesi.
La lezione termina con una rapida ricognizione della situazione italiana nel post 1848, che richiede una istantanea differente per i diversi regni preunitari, ciascuno dei quali reagisce in modo proprio al ritorno allo status quo ante.
In copertina: Ritratto di Josef Radetzky, protagonista per l'Austria del 1848.