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In questa lezione riprendiamo in velocità la lezione sull'impero mongolo soltanto per concluderla con le nozioni di 'pax mongolica' e con alcuni cenni al 'sale di Cina', ovvero la polvere da sparo, già in uso presso questo popolo come strumento bellico. Passiamo poi all'argomento del giorno, che riguarda la celeberrima figura di Federico Barbarossa. Dopo aver raccontato le sue origini, proviamo a ragionare sul suo progetto politico, che ha a che vedere con il concetto medievale di potere universale: ripristinare la legittimità del suo potere in Italia, estendere i domini dell'impero il più possibile (in primo luogo unificando la penisola italiana), entrare nelle grazie della Chiesa per poi ribadire la superiorità del potere imperiale su quello papale.

Questo piano lo porta in rotta di collisione con i Comuni dell'Italia centro-settentrionale, i cui rappresentanti per due volte vengono riuniti in due distinte diete di Roncaglia allo scopo di ridurli all'obbedienza. Alcuni mostrano un atteggiamento filoimperiale (i ghibellini), altri antimperiale (i guelfi).

Il papa all'inizio mantiene un comportamento ambiguo: da un lato gli fa comodo la spada del Barbarossa per reprimere la rivolta romana capeggiata da un capopopolo, tal Arnaldo da Brescia, e per tenere a bada la potenza minacciosa degli Altavilla in Italia meridionale; d'altro canto simpatizzare con l'imperatore tedesco mette a rischio l'autonomia e la superiorità della Chiesa in Italia. La partita resta apertissima.

In copertina: Il cameo di papa Adriano IV (il papa che negozia col Barbarossa)