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La sconfitta di Federico II di Svevia segna l'ennesimo successo della spregiudicata politica dei papi, capace in tutte le circostanze di reclutare interlocutori credibili per combattere i nemici della Chiesa. Nella fattispecie era stato Carlo d'Angiò, legato alla monarchia francese, a venire in soccorso del papa; per i suoi meriti egli lo aveva a sua volta incoronato re di Napoli e dell'Italia meridionale. Conseguito questo storico risultato, papa Bonifacio VIII indice il primo Giubileo della storia cristiana, raccogliendo un travolgente successo in termini di mobilitazione di pellegrini, oltre che di indotto economico. Eppure quello che sembra una prova di forza, si trasforma ben presto nell'evidenza di una debolezza della Chiesa nel momento in cui si apre un nuovo contenzioso, questa volta non più con l'impero tedesco, in piena crisi ed incapace di riprendere la politica universalistica dei tempi andati, ma con il regno di Francia. Filippo IV il Bello intende impedire che le tasse raccolte nel suo paese prendano la strada dell'Italia. Ne scaturisce una scomunica, che si rivela però inaspettatamente inefficace. Dopo i fatti drammaticamente significativi dell'oltraggio di Anagni, a distanza di una manciata di mesi la sede della cristianità viene spostata da Roma ad Avignone, ed inizieranno 70 anni circa di 'prigionia' francese. La lezione fa cenno anche al piccolo e al grande scisma, alla guerra dei cent'anni e all'evoluzione del pensiero politico nel XIII secolo da Aristotele a Marsilio da Padova.