Conoscere le caratteristiche degli impianti geotermici può essere una occasione per coglierne le grandi opportunità. Esistono due tipi di impianti geotermici: quello che sfrutta le acque termali o i fenomeni vulcanici, che si può applicare solo in queste ristrette aree, e quello a "bassa entalpia", che valorizza il sottosuolo come serbatoio termico, dal quale estrarre calore durante la stagione invernale ed al quale cedere calore durante la stagione estiva. Cioè, la tipologia a "bassa entalpia" sfrutta la temperatura costante che il terreno ha lungo tutto il corso dell'anno; ad esempio, ad un centinaio di metri di profondità, si riescono ad avere circa 20°C costanti sia di inverno e sia d'estate. E tutto questo è gratis. Di conseguenza consiglio di orientarsi esclusivamente a impianti geotermici a bassa entalpia a sonde verticali. Un impianto geotermico a bassa entalpia è fatto da: - un gruppo di sonde di scambio calore con il terreno; che consistono in un insieme di tubazioni in polietilene ad alta densità (HDPE), collegate in parallelo, nelle quali circola un fluido termovettore e che rappresentano le batterie di scambio del calore; questo geoscambiatore valorizza l’energia termica presente nel sottosuolo. - la centrale termica, che oltre ad avere una pompa che fa circolare l'acqua e glicole nelle sonde permette di conservare l'energia sotto forma di acqua calda in 2 o più serbatoi e che è anche dotata della pompa di calore a funzionamento elettrico che sopperisce ad eventuali fabbisogni supplementari rispetto a quello che può essere tratto dalle sonde geotermiche. - i terminali di erogazione, che è consigliabile siano o dei ventilconvettori oppure un impianto a pavimento. E' possibile utilizzare anche i termosifoni, ma occorre stare attenti al fenomeno della condensa in estate, per cui sono sconsigliati. L'installazione di un impianto geotermico a bassa entalpia, a sonde verticali, è particolarmente consigliato per gli edifici di nuova costruzione, poichè risulta più agevole posare in opera il parco sonde in prossimità della struttura. In caso di edifici esistenti, occorre valutare attentamente quelle che possono essere le interazioni con le strutture di fondazione e l'accessibilità delle trivelle al luogo di carotaggio. Dal punto di vista della manutenzione, gli impianti presentano una estrema longevità ed una scarsa necessità di intervento (possono funzionare senza problemi anche per un centinaio d'anni, a patto di sostituire gli elementi della centrale termica) I principali benefici, rispetto a soluzioni tradizionali di riscaldamento, sono: - l' ottenimento di energia termica a minor costo (COP/EER= 5 circa) durante tutto l'anno; - si mantiene lo stesso impianto di distribuzione del calore, sia in riscaldamento e sia in raffrescamento; - c'è assenza di interventi di manutenzione sostanziale, per oltre 20 anni. Per quanto riguarda i costi, per un impianto dimensionato su 1 nucleo familiare medio, il costo medio di una pompa di calore della potenza di 14 kW, con annessa centrale termica, è di circa 7.000€; a ciò occorre aggiungere i costi delle sonde, della progettazione e della perforazione, stimabili in circa 20.000€. Per impianti più grandi, destinati a più unità abitative contemporaneamente, i costi sono solitamente inferiori a 25.000€/nucleo familiare. Se può interessare l'A2C ha progettato nel 2011 il primo impianto geotermico della città di Salerno ed è a disposizione per eventuali progetti ed anche per una analisi di fattibilità preliminare.
Per richieste preventivi, scrivere a: info@a2c.it