Ciao a tutti amici e amiche! Eccoci qui con il primo episodio del podcast, yeey!
Dopo aver riflettuto su come inaugurare la nostra avventura insieme, ho scelto come punto di partenza la rubrica #SottoPseudonimo e in particolare un saggio di una delle mie scrittrici preferite: Una stanza tutta per sè di Virginia Woolf.
So che molto è stato detto e che i suoi contenuti sono famosissimi -e per giuste ragioni, così ho voluto concentrare la mia analisi su due piani: la riflessione e il confronto. Ho scelto di analizzare le tematiche contenute nel saggio che più sento vicine in quanto donna, ma non per mettere in piedi un soliloquio, piuttosto per creare un dialogo, in particolare con gli uomini. Se il saggio ha un target prettamente femminile, ciò non esclude la possibilità che esso debba essere letto dalla controparte maschile, al contrario, credo che la condivisione di riflessioni possa portare ad un confronto estremamente ricco ed interessante -se non utile a migliorare alcuni aspetti della nostra società.
Questo è l’obiettivo dell’episodio di oggi, provare a dimostrarvi come Una stanza tutta per sè sia determinante non solo come spaccato della condizione della scrittrice novecentesca, ma come base per la creazione di un dialogo tra donne e uomini sulla condizione dell’editoria contemporanea.
Spero che l’episodio di oggi possa piacervi!