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Il fantasma inconscio in psicoanalisi è uno schema tipico con cui il soggetto prova a interpretare il desiderio dell’Altro. Il fantasma è allora uno schermo per non vedere l’enigma dell’Altro e per provare invece a ricondurlo a un altro già noto.

Nel nostro fantasma inconscio sono depositate tutte queste conoscenze implicite che applichiamo in modo automatico quando ci confrontiamo con il desiderio dell’Altro. Non abbandoniamo mai la nostra matrice fantasmatica e in qualche modo cerchiamo sempre di interpretare l’alterità radicale dell’Altro come analoga a quella del nostro primo Altro.

Se il fantasma inconscio è molto rigido non partiremo mai nel viaggio della relazione e ci perderemo l’occasione di attraversare quel mare che ci porta verso una nuova isola.

Sulla base del mio lavoro clinico potrei dire in modo quasi inequivocabile che tutti i problemi della vita di coppia derivano dall’incapacità di incontrarsi al di là del fantasma. Buona parte dei litigi e dei dissapori della vita di coppia dipendono da un malinteso senso dell’amore. Sono tutti casi dove il fantasma nevrotico si mangia la possibilità di costruire qualcosa di nuovo nella propria vita.

Nella costruzione del legame di coppia le matrici fantasmatiche di ciascun soggetto rischiano di trasformare l’incontro d’amore non nell’occasione della scrittura di una pagina inedita ma nella riproposizione delle questioni irrisolte delle generazioni precedenti.

Liberare o attenuare l’incidenza del fantasma inconscio nella vita di coppia può allora aprire la possibilità per un vero incontro, per un incontro che può scrivere una nuova traccia in un destino apparentemente segnato dal fantasma. In fondo, l’occasione della psicoanalisi è quella di allentare la presa del fantasma per lasciare che qualcosa di nuovo possa scriversi.