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Nella vita politica (specie degli ultimi tempi) si scende e si sale dagli altari dei sondaggi con estrema facilità: si pensi all’ei fu mister 40%, il Fonzie di Rignano, il Renzi d’Arabia giunto a percentuali da prefisso telefonico. 

O anche alla discesa del miglior indossatore di magliette da sacra, il papeetista d’Italia Matteo Salvini ormai non più leader della destra dopo il sorpasso della Meloni, la Tolstoj in gonnella e camicia nera onnipresente sugli schermi televisivi per presentare la sua ultima fatica letteraria “Io sono Giorgia”. 

Ago della bilancia della politica italiana e delle vite dei suoi protagonisti è in gran parte Mario Draghi, chiamato in causa dal buon Mattarella per rimettere in piedi una macchina statale non propriamente ottimale. 

Qual è, ad oggi, il bilancio del suo operato? Perché ha successo? Ma soprattutto, qualora dovesse sostituire Sergione nazionale al Quirinale, la sua eredità sarà preservata? 

Sponsor della puntata(seppur non citato esplicitamente): le canotte bianche indossate dai tre speaker in fase di registrazione.