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Che atteggiamento devono assumere la disciplina e l’operatore OSINT quando si trovano (più o meno volontariamente) ad avere a che fare con dati, informazioni o fonti non "segretate" ma che comunque sono sottoposte a un particolare regime di tutela? Può la disciplina considerare queste informazioni e queste fonti come “aperte” per il solo fatto che sono effettivamente disponibili? Può l’operatore OSINT decidere di acquisire, valutare e validare questo tipo di informazioni pur se sottostanno a un regime di limitazione della accessibilità? Che conseguenze – analitiche, disciplinari e legali - avrebbe l’uso di queste fonti “tutelate”, nell’ambito di attività di intelligence da fonti aperte?