Listen

Description

Nel 1896, ad Atene, il ventunenne Thomas Burke, studente dell'Università di Princeton, vince la medaglia d'oro sui 100 metri piani alle prime Olimpiadi dell'era moderna. È, quella, l'epoca dei pionieri dello sport. 

Negli stessi anni, matura e si spegne la stella di un poeta. Forse il più grande poeta americano di tutti i tempi. Walt Whitman. "Il corridore" è una sua poesia di soli quattro versi, ma potentissimi nella loro modernità. Questo Corridore, infatti, è «allenato», e quindi già per questo assai più vicino all’atleta professionista che non al dilettante che corre per diletto; ha «gambe muscolose» che indicano una preparazione atletica degna di chi è pronto a partecipare a manifestazioni agonistiche; ha un abbigliamento leggero e funzionale, quanto basta a mostrare l’energia che sviluppa il suo corpo; nei dettagli della sua postura si colgono i suggerimenti di un allenatore che vuole spingerlo a migliorare i suoi risultati.

Già all’epoca di Whitman lo sport era una passione centrale nella vita e nella società americana. Nel 1858, infatti, il grande poeta americano pubblica sotto pseudonimo, su un periodico newyorchese, quelli che lui chiama “Consigli per una sana e robusta costituzione”: qualcosa di molto simile alle rubriche per la cura del corpo maschile che da qualche anno troviamo in edicola. Sono brevi articoli sulla bellezza maschile, conditi da consigli di vario tipo sull’alimentazione o sul tipo di esercizi fisici da praticare. “Non c’è ambizione più nobile - scrive Whitman -, nonché più lautamente ricompensata, di quella che sa farsi carico di regole, norme, rinunce e abitudini quotidiane avendo di mira la salute e la bellezza del corpo, vale a dire la perfezione virile”. Insomma, per dirla ancora con le parole di Whitman, “Se c'è una cosa che è sacra, questa è il corpo umano”. 

Sono gli stessi anni in cui Whitman è al lavoro su una nuova sezione della sua raccolta poetica, Foglie d’erba: e l’esaltazione del corpo maschile, in quei versi, diventa totale. Vi troviamo, infatti, un inno all’amore omosessuale che per quei tempi è qualcosa di decisamente rivoluzionario. Ma l’omosessualità di Whitman non è soltanto attrazione fisica. È qualcosa di molto di più: è una visione del mondo. E sempre in questa sezione troviamo un’altra definizione che ci riguarda da vicino. Quella di “cameratismo atletico”: che indicava per lui una vera fratellanza tra uomini, anzi “la futura fratellanza mondiale”, in quanto elemento che è alla base della democrazia.

Bisogna invece attendere il 1867 per la prima pubblicazione dei versi del suo Corridore. Thomas Burke non è ancora nato. Ma in quei versi possiamo già immaginarci il suo fisico ben allenato. La sua impresa, tuttavia, per compiersi, aveva bisogno di un altro piccolo dettaglio. Una innovazione, introdotta dagli Stati Uniti in Europa giusto in occasione di quei Giochi Olimpici. La posizione di partenza rannicchiata, la "all four", tutti e quattro gli arti per terra, per garantire equilibrio e spinta immediata. In finale, sarà quella posizione di partenza a garantire la vittoria di Thomas Burke. Taglierà il traguardo in 12 secondi netti, due decimi più veloce del tedesco Fritz Hoffmann.

Thomas Burke resterà nella storia anche per un altro motivo: appena un anno dopo i Giochi di Atene, sarà tra i fondatori della maratona di Boston, uno degli appuntamenti sportivi più importanti del mondo. Legando dunque per sempre il suo nome a quello dei pionieri dell’atletica mondiale.