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La rabbia. 

Gli scontri di ieri a Roma dimostrano che c'è un malessere che sta crescendo tra gli operatori della ristorazione, un malessere che non va sottovalutato, un malessere che non può essere ignorato. 

Quello che però non riesco a capire è come mai, la rabbia che è un istinto umano insito in ognuno di noi, possa diventare poi di appartenenza politica. 

I ristoratori non sono e non possono essere espressione di una sola ideologia…fare il ristoratore di mestiere vuol dire essere esclusivamente di destra? 

No, sicuramente non è così, ma come sempre più spesso accade, la politica si impossessa delle battaglie e del malessere di determinate categorie e le fa proprie. 

Accade così che come ieri, scendano in piazza esponenti di Casa Pound e addirittura soggetti vestiti da vichinghi come ad emulare Jake Angeli, lo sciamano simbolo dell'assalto a Capitol Hill. 

Fossi un ristoratore prenderei le distanze da quanto accaduto, prenderei le distanze dalla politica e invece tutto questo sembra non accadere…perché? Perché si permette alla politica di trarre profitto dalle proprie disavventure? 

Quando Salvini non era al governo perorava la causa dei ristoratori…ora invece si nasconde…come mai? Eppure la sua ideologia politica è sempre la stessa, nulla è cambiato…ma ora essendo al governo, non può certo scendere in piazza come un Paragone qualsiasi

Solo questo dovrebbe portare i ristoratori a prendere le distanze dalla politica, dovrebbe far capire loro che non è un colore a poterli salvare…non è la destra a poter perorare la loro causa…anzi schierarsi politicamente indebolisce la loro posizione. 

Strumentalizzazione…la politica cavalca la battaglia di qualcuno solo per trarne profitto…a vedere le immagini di ieri sembrerebbe che tutti i baristi e titolari di ristoranti siano addirittura negazionisti…tutti senza mascherina…tutti ammassati…ma non è affatto così…quella è un'immagine distorta della realtà, di cui la politica…una parte politica si è impadronita per un proprio fine. 

La rabbia, quella vera…la sofferenza, quella vera…la disperazione, quella vera…non hanno colore politico e se i ristoratori lo capissero, se prendessero le distanze dalla politica, da tutta la politica, forse la loro voce sarebbe più forte. 

La pandemia, le restrizioni, le chiusure…non sono colpa della politica, ma della pandemia e pensare che abbiano un colore politico, è un enorme sbaglio che rischia di essere un boomerang.