Una battaglia per esistere.
La battaglia è legittima, la battaglia è sacrosanta…la battaglia deve essere combattuta.
Ma la battaglia deve portare necessariamente ad un risultato, la battaglia fine a se stessa serve solo a legittimare l'esistenza di chi la combatte.
Giorni fa discutevo con una persona sulla questione dell'acqua pubblica…
"se la società fallisce, la nostra battaglia sarà persa…il giudice fallimentare potrebbe decidere, nel caso arrivasse un privato a risanare i debiti, di cederla a lui…e comunque se una società pubblica va verso il fallimento, l'amministrazione pubblica per cinque anni non potrà più svolgere quel determinato servizio e saremo costretti a metterlo a bando…aprendo di fatto alla gestione privata… " dicevo io…e l'altra persona mi rispondeva: " non è un problema nostro…noi non abbiamo creato il problema…continueremo a puntare il dito contro chi ci ha portati a questo punto"...e io: "ma avremo perso l'acqua pubblica per sempre"...e l'altra persona: "noi continueremo a portare avanti la nostra battaglia…"..."ma quale battaglia? Non ci sarà più la possibilità di avere acqua pubblica…dobbiamo prendere, una posizione ora, dobbiamo decidere ora cosa vogliamo fare…dobbiamo necessariamente fare in modo di salvare la società ora che è pubblica, anche se funziona male…prima la salviamo, poi la trasformiamo in qualcosa di più efficiente e vicina al cittadino…ma perderla ora è assurdo…"
e l'altra: " non ci penso proprio, loro hanno creato il problema, loro sono i responsabili…noi punteremo il dito e continueremo a farlo…"
Perché vi racconto questa cosa? Perché purtroppo per alcuni, non è importante il risultato, non è importante raggiungere uno scopo…per alcuni l'unico motivo di esistenza è combattere…solo combattendo possono esistere…risolvere il problema significherebbe la fine della propria esistenza…il motivo stesso della propria esistenza.
Una battaglia per esistere, una battaglia per essere, una battaglia perpetua che non porta ad altro che a un autorigenerarsi e continuare ad essere qualcosa.
Ma vale la pena combattere una battaglia del genere? E se si…per chi? Per se stessi, per continuare ad avere applausi, battute di mani, pacche sulle spalle e tifosi che si strappano le vesti quando ti vedono?
È questo il reale scopo della battaglia politica? Individuare un problema, far finta di volerlo risolvere…ma nella realtà sperare che si protragga per sempre? Anche perché se il problema si dovesse in qualche modo risolvere…cosa faremmo noi dopo?
C'è un problema…si cercano i modi per risolverlo…si combatte…si vince…si risolve…si fa altro…non può essere che…c'è un problema…si punta il dito…si combatte…si combatte…si combatte…senza vincere mai…perché se dovessi vincere la mia esistenza è superflua.
Non trovate una certa similitudine tra il mio discorso con quella persona sull'acqua pubblica e il comportamento di alcuni di noi? Non vedete lo stesso comportamento? Non vi sembra che alcuni trovino nella lotta contro tutti e contro tutto, la propria esistenza di vita?
Fin quando c'è lotta c'è speranza di sopravvivenza? È questo fare politica? È possibile esistere solo per combattere senza giungere ad una conclusione? Che senso ha? Se non quello di continuare ad esistere?