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Description

Nei primissimi anni ’60, suonare con Clem Sacco, con Ghigo o con Riz Samaritano, rappresentava molto di più che una palestra. Erano officine dove gli apprendisti del rock and roll nostrano mostravano venature che poi sarebbero diventate il cardine del “genere” definito “demenziale” della cui patologia saranno afflitti solo coloro che lo etichettavano in questo modo, senza coglierne la genialità.

Tra i musicisti che accompagnavano questi giocosi personaggi c’erano tre degli elementi che andranno a comporre il complesso beat di cui parleremo in questa puntata, ovvero: I Giganti.

Enrico Maria Papes suonava la batteria, Mino De Martino la chitarra e Francesco “Checco” Marsella le tastiere. Per un po’ di tempo ruotarono attorno alla produzione dal vivo dei complessi con l’etichetta del Clan. Sporadiche le apparizioni a fianco dei Ribelli, di Gino Santercole e di Guidone.

A Papes, Marsella e De Martino si aggiunse, al basso, il fratello di quest’ultimo, Sergio. Eccoli pronti per andare per loro conto e cominciare a suonare, mettendo nel mirino la voglia di raggiungere il successo, abbandonando il ruolo di comprimari. La necessità di distinguersi dalle altre band li convinse che il beat poteva trovare sponde migliori se contaminato da sonorità più sofisticate. Abbandonarono le denominazioni precedenti cancellando diciture come “Gli Amici” o “The Ghenga’s Friend”. Da allora si chiamarono solo e unicamente I Giganti.