Oggi è normale sentir parlare di “canzoni” in ambito musicale. In effetti, qualsiasi brano musicato dotato di un testo da cantare è solitamente chiamato “canzone”. Ma fino a che punto è corretta questa parola? Infatti, esistono anche i “cantici”.
Scopriamo cosa ne pensa il vocabolario Treccani.it. Ecco come definisce la “canzone”: ‘Componimento lirico formato da un numero indeterminato di stanze o strofe (in genere da 5 a 7), costituite a loro volta da un numero vario di endecasillabi, o endecasillabi e settenarî variamente disposti, rimati fra loro’.
La “canzone” è una forma poetica, quasi un sinonimo di “poesia”. Per esempio, Francesco Petrarca scrisse il Canzoniere, chiamato anche Rerum vulgarium fragmenta e Francisci Petrarche laureati poete Rerum vulgarium fragmenta (si traduce: “Frammenti di componimenti in volgare di Francesco Petrarca, poeta coronato d’alloro”).
Sembra che l’uso della parola “canzone” con riferimento alla musica sia abbastanza recente. Infatti, il Treccani.it usa la parola “oggi” e aggiunge: “Soprattutto riferito alle composizioni per canto e strumenti, di genere leggero, un tempo dette canzonette”.
Che dire, allora, della parola “cantico”?
Secondo un calcolo, circa un decimo dell’intera Bibbia è formato da canti. Si pensi, per esempio, ai Salmi (ben 150 cantici), al Cantico dei Cantici e alle Lamentazioni (formate da 5 poemi). Le Scritture menzionano anche canzoni mondane, canzoni di scherno e canzoni d’amore. Comunque, i circa 300 riferimenti al canto sono legati all’adorazione. Il canto è di solito associato alla gioia, proprio come scrisse il discepolo Giacomo: “C’è qualcuno d’animo allegro? Canti salmi”, ovvero cantici che lodano Dio (Giac. 5:13). Sono menzionati anche canti funebri, definiti “lamenti”.
In conclusione, quando si canta si dovrebbe dire “canzonetta”, perché la “canzone” è una poesia non cantata, ma se si vuole lodare Dio, allora si tratta di un “cantico”.
A proposito, visto che quello che state ascoltando è un monologo accompagnato da un flauto, state ascoltando un cantico. Infatti, negli antichi teatri romani, i drammi, recitati o cantati, erano accompagnati da un flauto.
Le musiche di questo episodio sono tratte dal mio album Flûte à piano.