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VALUTAZIONI:
I cineasti hanno imparato a utilizzare le valutazioni a proprio vantaggio. Ad
esempio, potrebbero inserire deliberatamente in un film del materiale che
riceva una valutazione più severa, facendo sembrare un film più adatto agli
adulti. D’altra parte, potrebbero in un altro film apportare dei tagli appena
sufficienti per evitare una classificazione per adulti così che sia
commerciabile per gli adolescenti. Liza Mundy ha scritto sul The Washington
Post Magazine
che la valutazione per gli adolescenti “si è evoluta in pubblicità;
gli studi la usano per inviare messaggi agli adolescenti – nonché ai
preadolescenti – che il film conterrà qualcosa di interessante”. La valutazione
crea una sorta di “tensione generazionale”, scrive Mundy, “mettendo in guardia
il genitore mentre suo figlio viene sedotto”.