Verso la fine degli anni ’80, una pagina vergognosa della storia canadese fu riconosciuta dal governo del Canada. Durante i momenti più caldi della Seconda guerra mondiale, 21.000 canadesi di origine giapponese furono falsamente accusati di essere traditori e imprigionati nei campi di lavoro; fu loro vietato di tornare a casa per 6-7 anni. Un articolo del Toronto Star osserva che le loro ‘case, le loro fattorie, i loro mobili, le loro barche da pesca, le loro automobili e altre proprietà furono confiscate e vendute per una frazione del loro valore; i proventi furono utilizzati per pagare la loro reclusione’. Dopo la Seconda guerra mondiale, le ingiustizie continuarono.
Nel 1946 circa 2.000 canadesi furono deportati semplicemente perché di origine giapponese. L’ex primo ministro Mulroney ha dichiarato che per “sistemare le cose”, il parlamento canadese si è dovuto scusare pubblicamente per quelle ingiustizie, arrivando a risarcire ogni cittadino sopravvissuto con 21.000 dollari.