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Circa 30 anni fa, la decima edizione del Merriam-Webster’s Collegiate Dictionary ufficializzò per la prima volta al mondo la parola “karaoke”. Questa parola si riferisce a “un dispositivo che riproduce accompagnamenti strumentali basati su una selezione di brani cu cui l’utente può cantarci sopra”. A sua volta deriva da una parola giapponese composta da kara, che significa “vuoto”, e oke, abbreviazione di “orchestra”.

Il karaoke gratifica l’ego di una persona visto che permette di cantare con un’orchestra al completo. All’inizio degli anni ’90, in Giappone il karaoke fu incluso nel “Libro bianco dell’istruzione” e riconosciuto come “attività culturale”, perché in quel periodo era l’attività più popolare della nazione. Infatti, in base a un sondaggio, il karaoke faceva parte della vita di un incredibile 74 percento di persone di età compresa fra 19 e 29 anni.

Il professore di sociologia Tetsuo Sakurai ha dichiarato al Mainichi Daily News: “Le persone ora sono desiderose di esprimersi liberamente e pubblicamente”.