● Uno studio della Washington Association of Churches, riportato quasi 40 anni fa su Seattle Times, rivelò che “le organizzazioni ecclesiastiche fanno parte di una ‘cospirazione silenziosa’ di ministri e consiglieri pastorali che fanno sesso con i loro parrocchiani o clienti” e che il problema è “più diffuso di quanto comunemente creduto”. Anche se la maggior parte degli ecclesiastici non abusa della propria influenza in questo modo, “alcuni di loro credono sinceramente che sia la cosa migliore per i propri clienti, ovvero parrocchiani”, affermò Marie Fortune, che partecipò alla ricerca. Lo studio rivelò che il problema era legato alla mancanza di formazione e standard adeguati. Fortune spiega: “In seminario non ne abbiamo mai parlato. Non siamo stati addestrati ad affrontarlo come professionisti, come se non esistesse uno standard di condotta per noi come ministri che precludesse la condotta sessuale con i nostri parrocchiani”.
In anni recenti abbiamo scoperto in che modo molti ecclesiastici hanno praticato il sesso con i loro parrocchiani – con i bambini in particolare – senza farsi scoprire. Ogni volta che stavano per essere denunciati oppure scoperti, si facevano trasferire in un altro luogo. Secondo diversi rapporti risalenti all’inizio degli anni 2000, in alcune zone di Italia gli iscritti ai seminari scarseggiavano. Pertanto, era stata valutata la chiusura sia di alcune scuole che di alcune chiese. Di lì a poco, però, fu trovata un’altra soluzione. Come spiegato nel libro Vaticano Pedofilia, un certo numero di ecclesiastici fu traferito in Italia. Provenivano da località del Sud America e del Nord America in cui era scoppiato qualche scandalo legato alla pedofilia.
Qual è la morale del clero? E qual è la morale della storia?