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Musica e chirurgia

Da alcuni anni alcuni ospedali hanno programmato la presenza di musica sia presso le unità di terapia intensiva che durante gli interventi chirurgici.

La musica può davvero aiutare i pazienti durante un intervento chirurgico? I risultati di una ricerca condotta presso il Jefferson General Hospital di Port Townsend, Washington, suggeriscono che è possibile. La musicoterapeuta Helen Lindquist Bonny l’infermiera anestesista Noreen McCarron hanno analizzato gli effetti della musica nella sala operatoria osservando 25 pazienti diversi. La musica è stata usata al posto dei sedativi per ridurre l’ansia creata dai suoni all’interno della sala operatoria. La musica melodiosa ha ridotto la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, osserva American Health, e ha anche dimezzato i sedativi necessari per calmare i pazienti. Uno studio analogo nella Repubblica federale di Germania ha avuto risultati simili. Sono state usate sia la musica classica che quella popolare degli anni ’40 e ’50, con tempi e ritmi uniformi. Si sono evitati i suoni selvaggi e rumorosi. McCarron sostiene che l’effetto calmante della musica equivale a 2,5 mg di Valium. I pazienti che la ascoltavano generalmente si sentivano meglio dopo l’operazione e potevano tornare a casa prima.

Combinazioni che accorciano la vita

Asiaweek afferma: “Combinare una cattiva alimentazione e gravidanze troppo frequenti può ridurre la durata della vita di una donna di cinque anni per ogni bambino che partorisce. Gli specialisti internazionali raccomandano 2 o 3 anni fra una gravidanza e l’altra”. Gli intervalli più lunghi proteggeranno la madre dall’“esaurimento materno” dovuto alla gravidanza e all’allattamento al seno e miglioreranno anche la salute del bambino. L’articolo cita anche i benefici dell’allattamento al seno “per prevenire la malnutrizione e la riduzione della mortalità infantile”.

Una minaccia dal sangue

Sin dagli anni ’80 del secolo scorso, i funzionari sanitari degli Stati Uniti si sono detti preoccupati per un raro virus che causa il cancro. Questo virus si diffonde in modo simile a quello che causa l’AIDS. S. Gerald Sandler, che è stato direttore medico della Croce Rossa, afferma: “Abbiamo prove che un virus diffuso dal sangue e associato a una malattia molto grave è stato rilevato negli Stati Uniti”. Si chiama virus umano T-linfotropo di tipo I, o HTLV I, ed è il primo virus scoperto che può causare il cancro negli esseri umani. Oltre a causare una forma di leucemia adulta, tale virus è stato collegato anche a una malattia nervosa – la paraparesi spastica tropicale, o TSP – che è simile alla sclerosi multipla. Il Wall Street Journal afferma: “Il virus rappresenta una minaccia insolita a causa del suo lungo periodo di latenza. Le persone infette dal virus potrebbero non sviluppare la leucemia per diversi anni”. Ma una volta sviluppata la malattia, la persona infetta di solito sopravvive solo tre mesi.