● All’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, fu scoperta una nube di detriti vulcanici lunga 21.000 km e spessa almeno 3 km. Si estendeva dalla Bassa California, attraverso l’Oceano Pacifico e Indiano, fino all’Arabia Saudita. Apparve subito dopo l’eruzione del vulcano messicano El Chinchonal in data 29 marzo 1982. L’eruzione causò 1.879 morti in loco. Ma la nube, visto che era alta più di 21 km, era fuori dalla portata degli aerei, e non poté essere ispezionata.
Secondo gli scienziati, quell’immensa nube, che copriva mezzo pianeta, potrebbe aver alterato il clima terrestre nei successivi cinque anni. Inizialmente temevano che avrebbe causato un aumento della siccità e del calore. Comunque, a causa di altri eventi catastrofici, come lo scoppio della centrale nucleare di Cernobyl, non fu possibile stabilire fino a che punto quelle affermazioni e previsioni fossero corrette.
Sono passati quasi 40 anni dall’esplosione di quel vulcano e circa 25 dall’incidente di Cernobyl. Oggi gli scienziati sono preoccupati per gli sconvolgenti cambiamenti climatici, che hanno visto l’aumento della temperatura, l’inizio dello scioglimento dei ghiacciai e la nascita di nuove malattie.
Le nubi nate dai vulcani hanno il potere anche di far abbassare la temperatura nei luoghi su cui passano, perché ridurrebbero la luce solare che raggiunge la Terra.