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All’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, papa Giovanni Paolo II si scusò almeno 2 volte con il continente africano per la tratta degli schiavi. La prima volta avvenne durante il mese di febbraio del 1992, mentre si trovava in Senegal. In quel periodo, il quotidiano italiano Corriere della Sera riferì che il papa implorò “‘perdono del Cielo’ e il perdono dell’Africa per il crimine storico della schiavitù del quale anche cristiani … si sono macchiati”. Circa 3 mesi dopo, si scusò nuovamente durante la sua visita a São Tomé. In Vaticano, il papa spiegò che “essendo la Chiesa una comunità composta anche di peccatori, non sono mancate nei secoli le trasgressioni al precetto dell’amore. … Si tratta di mancanze di individui e gruppi che si adornavano del nome cristiano”. Commentando le ‘scuse papali’, il quotidiano La Repubblica affermò che il papa “ha parlato di un peccato dei cristiani in genere, ma avrebbe potuto parlare anche di papi, di Congregazioni romane, di vescovi e religiosi. Questa storia della schiavitù, infatti, è mescolata a una responsabilità anche della gerarchia cattolica”.