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Durante i cosiddetti secoli bui, la musica religiosa si ridusse a lugubri canti. Verso il 200 d.C., Clemente di Alessandria disse: “Abbiamo bisogno di un nuovo strumento: la pacifica parola religiosa, non di arpe, tamburi, flauti o trombe”.

Furono imposte restrizioni, limitando la musica da chiesa alla sola voce. Nacque un nuovo stile, noto come canto liturgico.

Il libro Our Musical Heritage afferma: “Meno di 40 anni dopo l’erezione di Costantinopoli, il Concilio di Laodicea (367 d.C.) proibì la partecipazione sia degli strumenti che dei fedeli alla liturgia. La musica ortodossa è sempre stata puramente vocale”. Queste restrizioni furono un’invenzione umana; non furono insegnamento derivato dal cristianesimo primitivo.

Durante il Medioevo, la Bibbia diventò un libro proibito, vietato alla gente comune. I cristiani che osavano leggere o anche solo possedere una Bibbia erano perseguitati e, in molti casi, persino uccisi. Non c’è da stupirsi, quindi, che la pratica di cantare lodi a Dio scomparve durante quel periodo buio. Se la gente comune non aveva accesso alle Scritture, come poteva sapere che un decimo di tutta la Bibbia è composta da canti?