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I versi da 11 a 15 illustrano bene la relazione esistente fra Gesù, Dio Padre e i credenti; esiste questa simbiosi: Dio e il Padre sono uno e i credenti sono uno con Gesù e con il Padre. I falsi pastori sono paragonati a mercenari che quando vedono il pericolo fuggono. Sono quei pastori che signoreggiano sulla chiesa, scandalizzano, creano divisioni e per causa loro molti si allontanano da Dio. Gesù non fa così e questa è una garanzia per noi. Quali possibilità avrebbe la pecora di sopravvivere all’attacco del lupo? Nessuna! Ma grazie al Buon Pastore i credenti sono difesi e ricevono attraverso lo Spirito Santo le armi necessarie per sconfiggere il diavolo quando si presenta per distruggere. I veri credenti sanno riconoscere i pastori mercenari e li evitano. Un esempio esaustivo lo troviamo in Apocalisse 2 dove Gesù elogia alcuni comportamenti della chiesa di Efeso: "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi.

La capacità di riconoscere i falsi apostoli (che Gesù chiama lupi rapaci, ladri e briganti e pastori mercenari) è un dono che Dio fa a quelli che sono suoi. È uno dei doni dello Spirito Santo. Non è per tutti, ma solo per chi appartiene a Gesù e fa parte dell’ovile del Sommo Pastore. Le sue pecore ascoltano la
sua voce. LE SUE PECORE! Proseguendo nella lettura troviamo la buona notizia che il Vangelo della salvezza è aperto anche a chi non fa parte del popolo d’Israele, cioè ai pagani quali eravamo noi. Leggiamo:

Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo
pastore. (V. 16) Chi sono le altre pecore che non sono di quell’ovile? Sono i gentili. Siamo noi. Il mondo era diviso in due categorie di persone: gli ebrei e i gentili. Il popolo di Dio e i pagani. Gli ebrei erano gli eredi naturali della promessa fatta da Dio ad Abraamo, noi ne eravamo esclusi, ma grazie a Gesù ora non c’è più nessun motivo di separazione. Le pecore dell’ovile sono tutto Israele; le pecore che vagavano senza meta e non appartenevano a nessun ovile siamo noi che abbiamo accettato la grazia di Cristo. Oggi c’è ancora questa separazione: gli ebrei sono ebrei e i gentili continuano essere gentili. Entrambi entrano a far parte dello stesso ovile soltanto con la fede in Gesù. Proseguendo nella lettura notiamo ancora l’ottusità dei religiosi. Essa domandano a Gesù: «Fino a quando terrai sospeso l'animo nostro? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente». Gesù lo dice chiaramente, ma quelli non credono; vedono le
opere potenti e le guarigioni operate, ma restano scettici. Si erano fatti probabilmente un’idea di come si sarebbe manifestato il Messia, forse un condottiero come Mosè, o Giosuè, o Davide. Non sono i miracoli che possono convincere le persone, ma, come già detto, si devono incontrare le volontà di
Dio Padre, di Gesù e dell’uomo.