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Dal modo in cui termina il capitolo quattro e inizia il capitolo cinque si comprende chiaramente che fra i due capitoli non c’è alcun legame di continuità, infatti, fra la storia di Nabucodonosor e quella di Baldassare ci sono stati avvenimenti documentati dalla storia, ma che il libro di Daniele non riporta; la Bibbia non ha lo scopo di raccontare tutto ciò che è storicamente avvenuto, si limita a raccontare fatti utili per la testimonianza di Dio e per la nostra crescita spirituale. Evidentemente dopo la storia di Nabucodonosor gli avvenimenti non erano di alcun interesse spirituale per noi.

La reale esistenza di Baldassare e la sua regalità sono state ampiamente contestate dalla critica razionalista dei secoli scorsi, soprattutto a causa di alcune affermazioni di Daniele ritenute errate. Infatti Daniele ci riferisce che Baldassare era Re di Babilonia e figlio di Nabucodonosor. Questa erronea interpretazione è durata fino ai ritrovamenti archeologiche degli anni venti, unica fonte di notizie.

Studi più recenti hanno però potuto far luce sulla figura di Baldassare facendola uscire dal mito in cui era avvolta. La cronologia della dinastia Caldea è stata ricostruita alla luce di nuovi documenti portati alla luce negli scavi archeologici negli anni ‘40. Questi indicano i tre successori di Nabucodonosor dopo la sua morte avvenuta nel 562 a.C.: Anvil-Marduk, Nargal-Shar-Usur e Labashi-Marduk; il trono di quest'ultimo fu usurpato da Nabonide (Nabu-na'id), il quale non apparteneva alla stessa dinastia ma proveniva probabilmente dalla parte settentrionale del regno. Dai documenti via via tradotti si intravede il fatto che Nabonide fosse autore di stranezze religiose alterando notevolmente la tradizione fino al punto di stabilirsi per svariati anni nell'Oasi di Teima, nel nord dell'Arabia, lasciando il governo di Babilonia a suo figlio Bel-Shar-Usur (Baldassare), la cui madre era figlia di Nabucodonosor II, e che quindi sarebbe stato co-reggente. Questa ricostruzione spiegherebbe perché Baldassare fece una promessa a Daniele di costituirlo terzo del regno (e non secondo) se questi avesse interpretate le parole della scritta sul muro.