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In questo capitolo vediamo che le chiese della Galazia sono turbate da falsi apostoli, Giudei convertiti a Cristo, che vogliono riportare i nuovi credenti provenienti dal paganesimo alla schiavitù del legalismo, dopo aver conosciuto la libertà del Vangelo. In sostanza i credenti giudei asserivano che per diventare cristiani era necessaria la circoncisione. E i Galati avevano accettato questa imposizione, ecco perché Paolo è sconcertato e riferisce che nemmeno Tito, che era di origine greca, fu costretto a farsi circoncidere. La circoncisione era un segno esteriore che contraddistingueva il popolo di Dio, ma dopo la venuta di Gesù Cristo il segno che distingue i credenti è il Battesimo nello Spirito Santo. È lo Spirito di Dio che certifica che siamo suoi, sia noi che proveniamo dal paganesimo, che i giudei che appartengono al popolo che Dio si è formato. Dopo l’avvento di Gesù non c’è più nessuna differenza fra pagani e Giudei: tutti coloro che accettano Gesù come guida della propria vita entrano a far parte del nuovo popolo di Dio, che è la Chiesa. Paolo difende i nuovi credenti dalle imposizioni di quei falsi apostoli e dice: Come potete voi, dopo aver realizzato la libertà in Cristo, tornare alla schiavitù della legge. Anche Gesù aveva parlato della libertà che avremmo realizzato credendo in lui, dicendo: “Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi".