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«Desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti» (Osea 6:6)

“Tornate al Signore! Ditegli: "Perdona tutta l'iniquità e accetta questo bene; noi ti offriremo, invece di tori, l'offerta di lode delle nostre labbra.” (Osea14:2)

Qualcosa di simile avrebbero detto anche altri profeti e lo aveva già detto anche Samuele a Saul: «Ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni» (1 Samuele 15:22). Dio aveva richiesto ad Abramo di avere fede, non di moltiplicare i sacrifici. Nella legge di Mosè, i sacrifici erano forme che dovevano esprimere una sostanza e per Dio la sostanza è stata sempre più importante della forma: a Lui non interessa un'adorazione puramente formale, ma che il nostro cuore gli appartenga e gli resti fedele.

Dal libro di Osea impariamo che Dio continua ad amare incondizionatamente il suo popolo anche quando si svia, e desidera riportarlo a sé, anche se non se lo merita. Anche noi, esseri umani, ci siamo sviati e non meritavamo l'amore di Dio, ma, per la sua misericordia, Lui ha voluto riportarci a sé, offrendoci il suo perdono e la vita eterna al posto di un’eternità separati da Lui. Oggi viviamo in un tempo di grazia per il sacrificio di Cristo ed è sempre aperta la porta per la salvezza; un giorno questa porta si chiuderà e il DIO AMORE si presenterà al mondo intero - non solo a Israele – come Giudice, pertanto arrendiamoci a Lui ora. “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della provocazione…”(Ebrei 3:7-11).