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L’amore che Dio chiede al credente non è un amore sentimentale. Dio non dice: amatevi gli uni gli altri quando siete contraccambiati o quando vi sentite trasportati, ma sempre; chiede finanche di amare i propri nemici. Amare una persona, per difficile che sia, porta sempre del frutto e spesso l’amore che offriamo per obbedienza, in seguito diventa anche sentimento. Dobbiamo amare per piacere a Dio: amando il prossimo amiamo anche Dio. Quando Simone tradì Gesù, il Maestro gli chiese: Mi ami tu? Non gli chiese se amava le persone che lo circondavano, ma se amava Gesù.

Quando il dottor Scoffield era pastore a Dallas, in Texas, una giovane credente della sua chiesa andò nel suo ufficio per informarlo che sarebbe partita come missionaria in Cina, in obbedienza alla chiamata di Dio. Allora il pastore le disse: “Devi amare veramente tanto quel popolo”. La ragazza rispose immediatamente di no, ma andava perché amava Dio e voleva ubbidire alla sua chiamata. Dopo sette anni la ragazza tornò in America per un periodo di riposo e si recò dal pastore per dirgli: “Pastore, ricorda cosa le dissi in questa stanza prima di partire per la Cina? 

Dissi che non amavo per nulla i cinesi ma ora li amo profondamente e sono stata tentata di non tornare a casa per questo anno di vacanza che mi spetta ”.

Se diciamo di amare Dio, dobbiamo obbedirgli amando il prossimo; quando Dio ce lo chiede, l’amore attitudine si tramuterà sicuramente in amore sentimento.

Dio chiese a Osea di amare una donna e di riaccoglierla nonostante i suoi tradimenti. Osea aveva già sofferto molto a causa del suo abbandono, ma non cessò di amarla e obbedì alla richiesta di Dio di riaccoglierla, come Dio farà per Israele. Attraverso la sofferenza del tradimento di Gomer, Osea ha compreso meglio la sofferenza di Dio per l’abbandono del suo popolo. Così pure la gioia che ha provato nel ricondurre a se Gomer, gli ha fatto comprendere quale gioia proverà Dio quando riaccoglierà Israele.