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In questi due capitoli vediamo la profonda costernazione dei giudei, motivata dall’ordine di Haman, avallato da Assuero, di eliminarli tutti. Spaventoso! Ma per spaventose che siano le minacce dell’avversario non ci dobbiamo sgomentare. Il diavolo è come un leone ruggente che va cercando chi divorare, ma, essendo stato sconfitto da Gesù sulla croce, l’unica potenza che ha è quella che gli danno gli uomini mancando di fede. Facciamo nostra la promessa divina che troviamo in Isaia 59:19: “… quando l'avversario verrà come una fiumana, lo spirito dell'Eterno lo metterà in fuga.” Al versetto 2 del cap. 4 leggiamo quello che sembra un dettaglio insignificante: Nessuno che fosse coperto di sacco poteva varcare la soglia del palazzo del re. Quale significato possiamo dare a questo divieto?    Sappiamo che a Palazzo si facevano feste, si mangiava e beveva in continuazione, finita una festa se ne organizzava in fretta un’altra. Non doveva esserci posto per la sofferenza, per le cattive notizie, insomma, tutto ciò che creava imbarazzo e disturbo alla vita lussuosa di palazzo doveva restare fuori. Mardocheo, guardiano della porta del re, solitamente libero di entrare e uscire, non la poteva varcare in quelle condizioni. La Bibbia però ci insegna che dobbiamo gioire con chi gioisce e fare cordoglio con chi soffre. Assuero era un pagano, come molti di questo mondo che si definiscono cristiani. Vedere la sofferenza crea disagio, le persone che non hanno il Signore nel cuore non vogliono avere nulla a che fare con la sofferenza, nemmeno quella degli altri, non la vogliono vedere e non ne vogliono sentir parlare. Non illudiamoci, non possiamo sfuggire alla sofferenza, tanto vale accettarla ed essere consapevoli che nel tempo ci renderà migliori, più sensibili e amorevoli verso gli altri. Proseguendo nella lettura assistiamo a uno scambio di informazioni fra Mardocheo e Ester tramite eunuchi che fanno da portavoce. In un primo momento sembra che Ester non voglia intercedere presso il re per timore di essere uccisa, in realtà vuole solo far sapere a Mardocheo quale sia il rischio che corre, ma non si sottrae a questa particolare missione. Comprende la sofferenza del suo popolo e vi partecipa bandendo un digiuno di tre giorni, per il popolo, per se stessa e per le sue ancelle. Anche noi, trovandoci difronte a gravi problemi, dovremmo praticare il digiuno, coinvolgendo se necessario anche amici e fratelli.