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Il meccanicismo riduce tutto a moto inerziale, eliminando ogni qualità aristotelico-scolastica dalla natura, e condannando ogni ipotesi di azione a distanza – compresa la gravità. Un corpo passa dalla quiete al moto rettilineo o viceversa solo per urto diretto. Tuttavia secondo Cartesio il moto rettilineo uniforme, pur rappresentando la tendenza di qualunque corpo in movimento, nella pratica si realizza molto di rado, giacché i corpi sono ingranati tra loro in un universo solido che li costringe ad un moto circolare in sistemi e sottosistemi circolari, che Cartesio chiama vortici.
I vortici sono costituiti da particelle invisibili, e saranno presto oggetto di contestazione in quando impossibili da dimostrare empiricamente. Come la negazione del vuoto, la riduzione della materia a mera estensione, il principio di inerzia, il principio di conservazione complessiva della quantità di moto, anche i vortici sono ammessi solo in quanto autoevidenti a priori, oggetto di idee chiare e distinte alla mente. Non accettando una forza attrattiva, Cartesio spiega la caduta dei gravi e il moto dei pianeti attraverso la spinta verso il centro da parte dei vortici che circondano i corpi. Anche per Gassendi questi fenomeni avvengono attraverso urti, però da parte di atomi che si muovono nel vuoto. La teoria della gravitazione newtoniana invece postulerà come forza centripeta una forza a distanza, dimostrata matematicamente, provocando le reazioni dei cartesiani che accuseranno il grande scienziato inglese di aver reintrodotto una qualità occulta tipica del vecchio pensiero magico. Cartesio è alla base di una serrata discussione sulla natura di spazio e tempo, che andrà ben oltre il Seicento. Questa seconda lezione sul meccanicismo si chiude dando conto delle applicazioni del meccanicismo in molte scienze particolari: in ottica, la teoria ondulatoria della luce di Huygens e quella corpuscolare di Newton riducono il fenomeno psicologico della visione ad urti meccanici. Il meccanicismo è alla base anche della chimica quantitativa di Robert Boyle, e dell’interpretazione meccanicistica delle facoltà degli esseri viventi, che era stata anticipata dalla nota teoria cartesiana degli animali-macchina.